STORIA DI UN MOBILE PREMIATO
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Seduto sopra delle assi di legno nella mia bottega penso al mobile che
ho appena finito di costruire. A dire il vero mi sembra un mobile strano,
dei cubi intarsiati che girano su dei cuscinetti chiusi da un telaio.
Il modello è formato da tre elementi composti da una intelaiatura
cubica dove al suo interno girano gli elementi intarsiati nelle quattro
facce. Ogni cubo intarsiato è un contenitore che si apre tramite
uno sportello o diviso a cassetti. L'intento progettuale e della realizzazione
delle tarsie, di questo manufatto, si ispirano al periodo rinascimentale
dove la tarsia ha avuto il suo periodo più importante. L'idea di
trasportare quella che era la grande stagione della tarsia prospettica
in età moderna è l'obbiettivo e l'intento che da tempo mi
balena nella mente, e questo prototipo mi sembra che chiuda il cerchio
dei miei obbiettivi. Le tarsie incrostate nel mobile, sono interpretazioni personali, uno riguardante la storia della vera croce di Piero della Francesca, che fu tra i più importanti pittori rinascimentali che disegnò cartoni delle tarsie per i Canozzi da Lendinara e fu uno dei più importanti teorici insieme al suo compaesano Luca Pacioli, matematico, della prospettiva.
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